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Pride a Belgrado: chiediamo più diritti

Il 7 settembre migliaia di persone hanno sfilato per le strade della capitale serba in quella che gli organizzatori hanno definito la più grande edizione del Belgrade Pride. La manifestazione si è svolta pacificamente, sotto la protezione di un massiccio schieramento di forze dell’ordine, in netto contrasto con le precedenti edizioni, spesso minacciate o annullate a causa di proteste violente da parte di gruppi anti-LGBTQIA+.

I partecipanti alla marcia hanno chiesto al governo di approvare leggi che espandano i diritti della comunità LGBTQIA+, tra cui una legge sulle unioni civili e una legge per facilitare il riconoscimento legale del genere. Durante il percorso, i manifestanti sono passati davanti al parlamento serbo, dove gli organizzatori hanno letto un elenco di richieste, e un partecipante non identificato ha esposto una bandiera arcobaleno da una finestra dell’edificio.

Secondo Goran Miletic, uno degli organizzatori del Pride, “i politici, con la volontà politica, potrebbero facilmente soddisfare le richieste. Naturalmente, è anche importante che queste leggi siano poi applicate”.

Una proposta di legge sulle unioni civili è in discussione dal 2019, sotto l’ex Primo Ministro Ana Brnabić, apertamente lesbica. Tuttavia, nonostante anni di consultazioni, il Presidente Aleksandar Vučić ha annunciato nel 2021 che avrebbe posto il veto se la legge fosse stata approvata dal parlamento. Da allora, la proposta è sostanzialmente bloccata. Inoltre, la Serbia è obbligata dalla Convenzione europea dei diritti dell’uomo a fornire un riconoscimento legale alle coppie dello stesso sesso.

Alla manifestazione ha partecipato anche la Ministra per l’Integrazione Europea, Tanja Miščević, che ha dichiarato che il governo sta ancora valutando la legislazione sulle unioni civili, senza però fornire una tempistica precisa. “La questione è proteggere i diritti di diversi cittadini, che devono essere equiparati ai diritti che tutti noi abbiamo”, ha dichiarato.

Il Belgrade Pride è stato celebrato per la prima volta nel 2001, ma fu attaccato da organizzazioni di estrema destra, con oltre 40 feriti. Dopo diversi tentativi falliti di organizzare una seconda parata, il Pride tornò nel 2010, quando scontri tra polizia e manifestanti anti-LGBTQIA+ causarono oltre 100 feriti tra le forze dell’ordine e 250 arresti. La manifestazione fu vietata dalle autorità nel 2011 e nel 2012, ma riprese nel 2014. Nel 2022, Belgrado avrebbe dovuto ospitare l’EuroPride, ma le autorità negarono i permessi all’ultimo minuto, citando problemi di sicurezza, consentendo solo una marcia ridotta.