Il partito di governo della Georgia, ქართული ოცნება (“Sogno Georgiano”), ha confermato la sua posizione sul controverso disegno di legge che proibisce la cosiddetta “propaganda LGBT” nonostante i potenziali ostacoli all’integrazione del paese nell’Unione Europea (UE). Il segretario esecutivo del partito, Mamuka Mdinaradze, ha ribadito che le autorità georgiane non comprometteranno quella che definiscono un’“eredità tradizionale e dignitosa” per le future generazioni al fine di raggiungere “obiettivi politici mercenari” e temporanei.
Secondo Mdinaradze, la “propaganda LGBT” non rappresenterebbe i “valori europei” e il governo della Georgia non è disposto a perseguire una visione dell’Europa che, a suo dire, minaccerebbe i valori tradizionali del paese. Durante una conferenza stampa, Mdinaradze ha dichiarato: “Meglio tardare di due o tre anni (nell’adesione all’UE), ma non annulleremo mai, sottolineo, mai, la legge contro la propaganda LGBT” (citazione di TASS, l’agenzia di stampa russa).
Il dibattito si inserisce nel contesto della nuova legislazione firmata il 3 ottobre dal presidente del parlamento georgiano, Shalva Papuashvili. La legge, denominata “Sulla protezione dei valori familiari e dei minori,” prevede varie limitazioni, tra cui il divieto di riconoscimento legale per tutte le unioni alternative al matrimonio tradizionale tra uomo e donna, il divieto di operazioni di riassegnazione di genere, e impedisce l’adozione di bambini da parte di coppie dello stesso sesso. La normativa ha portato l’UE a sospendere i contatti con il governo georgiano, sollevando interrogativi sulla posizione della Georgia nel percorso di adesione.
La presidente della Georgia, Salomé Zourabichvili, non ha firmato la legge né ha posto il veto, una scelta interpretata come un tentativo di non danneggiare la coalizione di opposizione che guida, particolarmente rilevante in vista delle prossime elezioni parlamentari. Zourabichvili è nota per la sua posizione filo-europeista, in contrasto con l’approccio più conservatore del governo in carica.
Nonostante le critiche interne e internazionali, la legge ha avuto il sostegno della maggioranza parlamentare, con il partito “Sogno Georgiano” che ha ottenuto il 54% dei voti nelle recenti elezioni del 26 ottobre, stando ai dati della Commissione Elettorale Centrale della Georgia. Tuttavia, l’opposizione ha contestato l’esito delle elezioni, accusando il governo di irregolarità.