Un gruppo per i diritti umani in Uganda ha segnalato un preoccupante aumento della violenza e discriminazione queerfobica contro la comunità Lgbtqia+, accentuato dalla diffusione allarmante di video di abusi sulle piattaforme di social media.
La tendenza è in crescita, con video che ritraggono pestaggi e umiliazioni di individui sulla base del loro reale o percepito orientamento sessuale o identità di genere che vengono ampiamente condivisi, ottenendo milioni di visualizzazioni.
In un video su TikTok particolarmente inquietante, si vede un presunto uomo gay sottoposto a spogliamento, aggressione e strappo di capelli, accompagnato da un aggressore che dichiara: “Non vogliamo gay, Museveni ha firmato il disegno di legge. Niente omosessualità in Uganda. Ti pubblicheremo su ogni social media”.Kasha Jacqueline Nabagesera, attivista per i diritti Lgbtqia+ in Uganda, ha fatto un appello urgente affinché le persone si astengano dal condividere questi video inquietanti sui social media.
“Questo porta a continui attacchi sulla loro vita anche quando vengono trasferiti in luoghi ‘più sicuri’. Molti stanno subendo un trauma ricorrente. Stiamo cercando di far rimuovere completamente questi video da [Internet] per la loro sicurezza”, ha dichiarato su X.
Il Human Rights Awareness and Promotion Forum (HRAPF) (Forum per la Consapevolezza e la Promozione dei Diritti Umani) ha recentemente pubblicato il suo quinto rapporto mensile sulle violazioni dei diritti umani contro gli individui Lgbtqia+ in Uganda dall’entrata in vigore della legge Anti-Omosessualità.
Il rapporto, che copre il mese di ottobre 2023, rivela un notevole aumento dei casi, con l’HRAPF che ha gestito un totale di 83 incidenti, rispetto ai 68 di settembre e 71 di agosto.
Tra i casi documentati, 28 hanno comportato violenza o minacce di violenza, 27 erano legati a sfratti immobiliari, 6 erano arresti per motivi legati alla sessualità e 3 erano casi di estorsione. Un totale di 85 individui sono stati colpiti, spesso affrontando aggressioni da parte di vicini e membri della comunità.
In un caso, due vittime sono state attaccate e picchiate da un gruppo di uomini mentre tornavano a casa di notte. Sono state accusate di cercare di corrompere i bambini del quartiere con le loro “abitudini omosessuali”.
Un’altra vittima, una donna transgender, è stata attaccata a tarda notte da due uomini che si sono introdotti nella sua casa e l’hanno violentata. Poi hanno chiamato i vicini per svegliarsi e “vedere un omosessuale”.
L’HRAPF attribuisce l’aumento dei casi a “incidenti guidati dall’omofobia direttamente collegati all’entrata in vigore della legge Anti-Omosessualità”.
La legge Anti-Omosessualità impone severe pene, inclusa l’ergastolo per atti sessuali omosessuali, la pena di morte per omosessualità aggravata (come reati ripetuti) e una pena detentiva di 20 anni per la “promozione” o la difesa dei diritti Lgbtqia+.
I minori condannati per aver compiuto un atto sessuale omosessuale rischiano tre anni di prigione, e chiunque fornisca alloggio a una persona Lgbtqia+ può essere imprigionato fino a sette anni.