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Omosessualità illegale in Mali

Il parlamento de facto del Mali ha approvato una legge che criminalizza le relazioni tra persone dello stesso sesso, segnando un nuovo capitolo nell’ondata di leggi anti-LGBTQIA+ in Africa. Fino ad ora, in Mali non esistevano sanzioni penali per tali relazioni, nonostante l’influenza dei valori tradizionali in questa nazione saheliana a maggioranza musulmana.

Il disegno di legge, per diventare legge, dovrà ancora essere firmato dai leader militari del Paese, saliti al potere con un colpo di stato nel 2020. Tuttavia, il ministro della Giustizia e dei Diritti Umani, Mamadou Kassogué, ha dichiarato che “da ora in poi, ci sono disposizioni nelle nostre leggi che vietano l’omosessualità in Mali”. Ha aggiunto che chiunque pratichi, promuova o approvi tali relazioni verrà perseguito.

Giovedì sera, il Consiglio Nazionale di Transizione, che funge da legislatura del Mali dopo il colpo di stato, ha adottato il progetto di codice penale che include il divieto dell’omosessualità, con 132 voti favorevoli e uno contrario, secondo un post sulla pagina Facebook del Consiglio.

Il ministro Kassogué ha poi affermato: “Non accetteremo che le nostre usanze e i nostri valori vengano violati da persone provenienti da altri luoghi. Questo testo sarà applicato, se Dio vuole.”

Non sono ancora stati resi noti i dettagli sulle sanzioni previste per la violazione di questa nuova norma. L’Agenzia France-Presse (AFP) non ha potuto ottenere una copia del nuovo codice penale per verificare l’entità delle punizioni stabilite.

Un rapporto di maggio 2024 dell’Associazione Internazionale Lesbica, Gay, Bisessuale, Trans e Intersessuale (ILGA) rileva che attualmente le relazioni tra persone dello stesso sesso sono criminalizzate in un terzo dei Paesi del mondo, e che la pena di morte per tali atti è prevista in circa una dozzina di nazioni.

In Africa, circa 30 Paesi vietano l’omosessualità; tra questi, Mauritania, Somalia e Sudan prevedono la pena di morte per le relazioni tra persone dello stesso sesso.