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Australia. Gruppo di lesbiche chiede l’esclusione di trans e bi dai propri eventi

Il Lesbian Action Group (LAG) ha presentato ricorso per escludere donne transgender e bisessuali dai propri eventi pubblici, sostenendo che i diritti delle donne cisgender sarebbero in conflitto con quelli delle persone transgender. Sheila Jeffreys, attivista e accademica, ha testimoniato affermando che alcune parti delle modifiche del 2013 alla Sex Discrimination Act (SDA) “non hanno senso”. Durante l’udienza, si è discusso del rifiuto di alcune sedi, come il Victorian Pride Centre, di ospitare eventi esclusivi per persone assegnate femmine alla nascita. Una decisione è attesa per dicembre 2024.

L’avvocato della Commissione per i Diritti Umani australiana ha evidenziato che la richiesta di esenzione del LAG potrebbe peggiorare le condizioni di salute delle donne transgender, ricordando la recente sentenza del caso Tickle v Giggle che ha confermato il diritto delle donne transgender ad accedere a spazi femminili. Durante l’udienza, è stato osservato che esistono molteplici sottogruppi nella comunità lesbica, alcuni più esclusivi di altri, e che il LAG rappresenta una piccola frazione della comunità complessiva.

Il dibattito si è infuocato quando l’accademica Dr. Elena Jeffreys ha suggerito che alcune femministe lesbiche condividano punti di vista con movimenti fascisti, una dichiarazione che ha portato a richieste di scuse. Complessivamente, il caso ha suscitato grande attenzione, con oltre 500 testimonianze presentate alla commissione, comprese quelle da organizzazioni internazionali come l’ONU.

Se la decisione dovesse essere a favore del LAG, la questione potrebbe avanzare ulteriormente nei tribunali federali.